19 dicembre 2011

La crescita, le startup, l'Italia

Da quando è in auge il governo Monti non si parla d'altro che di sostenibilità, equità e rigore...
Nei giorni scorsi ho speso molto tempo a ragionare su questi concetti, mi sono lasciato influenzare positivamente anche dall'articolo di wired su Capobianco e sentivo il bisogno di capire meglio il concetto di start-up e di flessibilità del lavoro.

Per riassumere, molto brevemente, la start-up è una azienda che nasce con l'obiettivo di sviluppare in un tempo determinato (circa 5anni) il prototipo di un'idea innovativa (un prodotto o un processo) che possa suscitare l'interesse di qualche grande azienda.
Chi partecipa a questo genere di azienda solitamente è l'ideatore (o gli ideatori) che definisce gli obiettivi e le esigenze e, in seconda battuta se il progetto è interessante,
 i venture capital che finanziano il fabisogno di cassa necessario a raggiungere quegli obiettivi.  

In buona sostanza chi ha l'idea cerca di guadagnarci il più possibile dai soldi dei Venture Capital oltre al plusvalore delle proprie quote societarie ed i VC puntano ad un moltiplicatore di 10 dell'investimento effettuato anch'esso realizzato con il plusvalore della vendita delle quote dell'azienda.

E' interessante pensare che queste aziende hanno un curva di crescita davvero ripida molto spesso non dettata dalle esigenze reali ma da una serie di logiche di business e soprattutto che hanno una scadenza predeterminata....
Quando ho iniziato le mie ricerche potevo capire tutto ma addirittura che avessero una scadenza predeterminata era un concetto non ragionevole per me, poi un post di Capobianco mi ha illuminato, i fondi hanno un tempo per tornare degli investimenti fissato a 10 anni... dividere il fattore di rischio per 2 aumenta le possibilità di riuscita ed i guadagni possibili, il business finanziario è di fatto la base fondante delle startup.

Quello della startup è un mondo a me culturalmente lontano, quando ho fondato l'azienda ho pensato che sarei stato il perno intorno al quale persone come me potevano sostenersi e collaborare nel segno della ricerca visiva, tecnica e del linguaggio.
Non ho pensato ad una azienda a termine ne ad una di quelle a conduzione familiare da lasciare ai figli, ho semplicemente pensato vogliore creare un punto di discontinuità. 
Quando questo accadrà ed esisterà un contesto solido e sostenibile allora il mio lavoro sarà finito e potrò dedicarmi ad altro.
Per questo genere di azienda è impossibile attrare i capitali dei VC, non ci sono dei prodotti da patrimonializzare, quanto meno non a sufficienza, e poi richiede tempo, quanto? Questo non lo so domandamelo quando avrò cambiato lavoro!

Continua....

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